Il
dato comune delle diverse esperienze effettuate nella sperimentazione
cl@ssi 2.0 è l’utilizzo di una piattaforma di LMS (learning management
system) o, più in generale, di CMS (content management system).
Era
ampiamente prevedibile che le comunità, virtuali o meno, che si
venivano costituendo avessero avuto bisogno di strumenti per gestire le
esperienze, i contenuti e soprattutto le nuove interazioni “digitali”;
il dato è tuttavia considerevole se si tiene conto che spesso diverse
classi sono giunte alla medesima soluzione tecnologica, attraverso
progettazioni indipendenti e talvolta anche molto diverse tra loro.
La
nostra scelta, quella della scuola secondaria di primo grado “Piero
Calamandrei” di Torino, è ricaduta su una soluzione semplice e gratuita
che tuttavia poi si è rivelata caratterizzante l’ambiente di
apprendimento che lentamente si è costituito.
Abbiamo
infatti costruito la piattaforma integrando le diverse applicazioni
offerte dall’azienda di servizi web: Google, principalmente nota per il
suo motore di ricerca.
La
scelta si è rilevata essenziale, funzionale e sufficientemente aperta,
soprattutto all’integrazione di servizi di altre parti e dei nuovi
gadget messi a punto dall’attiva comunità di sviluppatori che gira
attorno a Google.
Per
fare esperienza di questi servizi è sufficiente fornirsi di un account e
procedere all’accesso direttamente dalla pagina principale del celebre
motore di ricerca. Questa elementare operazione ci permette di accedere
ad un certo numero di servizi tutti integrabili fra loro e totalmente
aperti allo scambio e alla condivisione del lavoro e dei documenti.
Centro
operativo della piattaforma è stato sicuramente il servizio “Google
Documenti” (ora Drive): una sorta di libero spazio di archiviazione,
dove si possono salvare e recuperare ogni tipo di file (dei più comuni
esiste una visualizzazione in anteprima) ed inoltre godere di una specie
di suite di produzione personale (molto simile alle applicazioni del
più noto Office) che permette di creare documenti di testo, fogli di
calcolo, presentazioni, moduli e molto altro.
Tutto online, naturalmente; senza l’ausilio di nessun tipo di software installato sulle macchine ad uso personale.
Al
vantaggio evidente di utilizzare del software sempre disponibile e
soprattutto gratuito, si sono poi aggiunti due elementi che, seppure
ampiamente previsti, hanno finito per giocare un ruolo inaspettato.
La
gestione del lavoro e la sua stessa revisione e correzione, che
rappresentano due momenti importanti nell’attività didattica, sono stati
completamente trasformati.
Laddove
l’attività scolastica, sia a casa sia a scuola, si è significativamente
differenziata nell’uso di tali servizi, la gestione e lo scambio dei
documenti (compiti, ricerche, presentazioni, ecc) sono avvenuti quasi
totalmente in ambito “virtuale”.
Il
segno più evidente della mutazione logistica è stato la quasi
inoperatività delle comuni penne USB date in dotazione agli alunni e
soprattutto la significativa diminuzione delle copie a stampa, con
evidenti quanto inaspettati risparmi in carta e cartucce.
La
condivisione dei file abilita inoltre anche all’editing del documento
stesso che così può essere modificato ed elaborato da due o più persone,
anche nello stesso momento, oppure opportunamente rivisto e corretto
attraverso l’inserimento di note e commenti.
La
piattaforma oltre la distribuzione esalta la condivisione dei documenti
stimolando e facilitando tutte le azioni di cooperazione e
collaborazione. Sono inoltre possibili modalità di comunicazione
sincrone che, nel caso di accesso simultaneo, possono veicolare
interventi meta-cognitivi, sul lavoro e sul testo in composizione, e di
“socializzazione”: quasi inevitabili quando si ha una chat a
disposizione.
Molto
interessante al riguardo è anche la recente implementazione della
funzionalità di consultazione delle revisioni che facilità
l’individuazione cronologica degli interventi e l’eventuale
ricostruzione del documento comune; avvicinando così le operazioni di
revisione di un comune documento a quelle di un wiki.
Oltre
agli evidenti effetti “social” che facilitano il lavoro in gruppo con
tutti i benefici connessi all’apprendimento cooperativo e collaborativo,
la trasformazione più radicale riguarda i noti limiti spaziali e
temporali dell’aula.
L’effetto “always-connected”,
proprio di queste modalità operative, è per certi versi del tutto
innovativo, poiché l’intero contesto delle risorse e dei mezzi formativi
e informativi è potenzialmente sempre a disposizione.
I
documenti, le ricerche, la bibliografia, la sitografia, persino gli
insegnanti, sono raggiungibili in modi e tempi non usuali e sembra che
l’intero ambiente di apprendimento segua il discente.
Il
riferimento al mobile learning è quasi automatico anche per la totale
compatibilità delle applicazioni web-based di cui esistono, nella
maggioranza dei casi, le apps corrispondenti nei due sistemi oggi più
diffusi (Android e iOS).
La
logistica digitale dei documenti insita nell’approccio Cloud Computing
fa quasi perdere del tutto la materialità del documento, che
parallelamente acquista nuove dimensioni, anche legate alla molteplicità
delle possibili relazioni e integrazioni.
Un
elaborato dell’alunno o dell’insegnante acquista naturalmente una
valenza pubblica sconosciuta al lavoro didattico tradizionale, aperta
agli interventi di revisione di tutti quelli che possono accedere
“virtualmente” al documento: potenzialmente il web.
Pur
senza cedere ad utopistiche considerazioni è facile immaginare quanto
sia possibile stimolare e gestire interazioni che travalichino persino
la classe, almeno così come è stata concepita fino ad oggi.
La
stessa tendenza prevalente nel web che vede l’integrazione sempre più
stretta fra i servizi, talvolta anche fra piattaforme concorrenti,
premia il lavoro redazionale in queste forme.
I
documenti, infatti, possono essere facilmente trasportati da un
ambiente ad un altro, “incorporati” su pagine ospitanti, incollati e
trasformati talvolta fino a perdere il loro contesto originale per
entrare a far parte di nuove ed inedite necessità e situazioni
comunicative.
Interessante l'uso delle Google Apps come LMS. Avevo intenzione di integrare Drive-Docs in Moodle l'anno prossimo anche se quest'ultimo mi risulta un po' pesantuccio e vecchio ormai (richiede inoltre una certa praticità con i cms per essere installato e requisiti di hosting particolari).
RispondiEliminaC'è da dire che molti docenti amano la possibilità in Moodle di poter "chiudere" alcune porte (quante volte mi è capitato di sentire colleghi che dicono: ma queste cose poi gli altri colleghi le vedono o restano solo nella pagina della nostra classe?). Mi sento forse più d'accordo se si parla di materiali consegnati sui quali non è previsto un lavoro collaborativo; qualcuno potrebbe gradire che i propri lavori vengano letti dai compagni (ma poi in realtà in classe non si correggono collettivamente i compiti?). In questo caso credo che per usare docs bisogna poi smanettare un po' con i permessi di condivisione ecc...
Ad ogni modo complimenti per le modalità di condivisione della vostra esperienza e buoni esami anche a te (suppongo siate in terza)!
Grazie x il commento e... per gli auguri che contraccambio!
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