Oggi, presso la nostra scuola, è avvenuto l'incontro organizzato dall'USR del piemonte con i dirigenti e i referenti delle cl@ssi 2.0 della regione, il gruppo di supporto, il direttore generale De Sanctis, e la Dott. Schietroma per il ministero. Dopo l'esposizione introduttiva del dott. Cagni e delle dottoresse Tirocchi e Taddeo, che hanno descritto per parole chiave, livelli raggiunti e obiettivi futuri il lavoro fin qui svolto da ognuna della classi, si è cercato di fare il punto dell'esperienza. In generale credo che le scuole e soprattutto i colleghi abbiano risposto non solo con attenzione e competenza alla sfida delle cl@ssi 2.0 ma aggiugendo anche quel surplus di fantasia e immaginazione progettuale che, pur prendendo spunto da diverse esperienze già realizzate, rappresenta il vero valore aggiunto di questa difficile ma affascianante sfida professionale.
Inevitabili sono stati gli interventi che miravano a circoscrivere le criticità principali che nel corso del progetto sono subito venute a galla. In particolare è evidente la contraddizione di una funzione docente che continua a rimanere ingessata da organici e sistemi di organizzazione e reclutamento non più corrispondenti alle necessità di una scuola che cerca di star dietro alle esigenze formative di una società sempre in più rapida evoluzione.
Un insegnante oggi è quasi bloccato, forzato alla lezione frontale e soprattutto poco supportato quando tenta di introdurre innovazione, ricerca e curiosità fra i propri standard professionali.
Il tempo anche in questo caso è stato tiranno e ci ha rubato altre parole ed idee che non mancheranno di arricchire i prossimi dibattiti del gruppo piemontese. La parola d'ordine finale è stata "teniamoci d'occhio" e posso assicurare che il mio sguardo attento non mancherà.
Inevitabili sono stati gli interventi che miravano a circoscrivere le criticità principali che nel corso del progetto sono subito venute a galla. In particolare è evidente la contraddizione di una funzione docente che continua a rimanere ingessata da organici e sistemi di organizzazione e reclutamento non più corrispondenti alle necessità di una scuola che cerca di star dietro alle esigenze formative di una società sempre in più rapida evoluzione.
Un insegnante oggi è quasi bloccato, forzato alla lezione frontale e soprattutto poco supportato quando tenta di introdurre innovazione, ricerca e curiosità fra i propri standard professionali.
Il tempo anche in questo caso è stato tiranno e ci ha rubato altre parole ed idee che non mancheranno di arricchire i prossimi dibattiti del gruppo piemontese. La parola d'ordine finale è stata "teniamoci d'occhio" e posso assicurare che il mio sguardo attento non mancherà.
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