sabato 12 maggio 2012

Riflessioni didattiche - parte quarta

La pratica quotidiana con le tecnologie digitali e i servizi web ha lentamente coinvolto tutti i ragazzi, anche coloro che inizialmente erano più distanti per competenze e condizioni sociali e culturali.
Tutte le attività didattiche e di apprendimento sono state arricchite, sia nei contenuti sia nelle forme, dalle potenzialità tecnologiche presenti in classe.
Gli stessi alunni hanno giocato un ruolo di primo piano soprattutto nella sperimentazione di canali, media e servizi di rete vicini alle loro necessità espressive e attitudini creative.
All’utilizzo dei noti software di produzione si sono affiancati molte web-application per l’elaborazione grafica, per la realizzazione di mappe concettuali, presentazioni multimediali ecc.
Il valore aggiunto delle esperienze effettuate è stato la facilità di condivisione e socializzazione propria di questi servizi del web 2.0. Il carattere “Social” della maggior parte delle esperienze formative è stato infatti l’innovazione sostanziale introdotta nelle pratiche formative della classe.
Potenziata attraverso l’uso della piattaforma free delle Google Apps, l’attività didattica, soprattutto nei suoi aspetti logistici, ha giovato delle caratteristiche tecniche del cloud computing, mentre le modalità di apprendimento si potenziavano nelle nuove relazioni che si andavano costituendo.
L’ambiente di apprendimento ha favorito infatti l’emergere di nuovi rapporti non solo fra gli alunni ma anche fra loro e i docenti e i saperi che circolano, anche inconsapevolmente, nei nuovi spazi condivisi.
Ancora più evidenti le innovazioni e le ricadute rispetto alle pratiche e ai linguaggi.
Le attività digitali di produzione e navigazione stimolate e guidate dall’attività scolastica hanno fatto in modo che questa contaminasse spazi mediali e virtuali non tradizionalmente di sua pertinenza.
Sono stati inoltre “invasi territori” e modalità comunicative come i giochi, i documentari e la tv, i social network, le chat, la musica pop ecc. che sono entrati a tutti gli effetti nelle esperienze comuni di apprendimento.
Un esempio caratteristico è l’utilizzo dei canali personali degli studenti sul noto sito di video sharing “YouTube” per conservare e condividere filmati realizzati per, e con la scuola.
La pluralità dei codici in gioco inoltre ha fatto sì che i linguaggi, dai tradizionali canali verbali alle avanzate ricostruzioni in 3D, si incrociassero in una combinazione espressiva non solo ricca e diversificata, dalle eccellenti potenzialità inclusive, ma anche più vicina allo stile cognitivo ed emotivo dei ragazzi.
Molti gli usi anche di software specifici, ad iniziare da quelli caratteristici della LIM a quelli per il montaggio video, per la creazione di ambienti e gallerie 3D, per la realizzazione di presentazione multimediali, di e-book ecc.
Dare conto di tutte le attività specifiche sarebbe lungo e complesso ma uno sguardo ai materiali conservati sulle pagine del sito può dare un’impressione soddisfacente del lavoro svolto.
La prossimità delle tecnologie, presenti e pronte all’uso in aula, e la graduale autonomia gestionale che i ragazzi hanno assunto senza grandi difficoltà nella cura e manutenzione dei dispositivi, sono stati senza dubbio un altro dei fattori di successo dell’esperienza.
Tutto ciò ha sicuramente rafforzato alcune competenze tecniche specifiche ma soprattutto il senso di responsabilità generale e la graduale coscienza di far parte di una comunità coinvolta in una esperienza personale e umana unica e dall’alto valore formativo.

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